Adozioni internazionali. Tempi, costi e problematiche nel secondo rapporto dedicato

Tempi di attesa almeno tre anni, costo medio per adozione 11.307 euro. Questi alcuni dei dati del secondo rapporto sull'adozione internazionale diffuso pochi giorni fa dal Cea (Coordinamento Enti Autorizzati), rete che raduna un terzo del totale degli enti italiani  impegnati quotidianamente a dare una famiglia ai 168 milioni di minori abbandonati nel mondo.

Nonostante crisi economica e difficoltà burocratiche, le adozioni internazionali non si fermano, anzi, il trend, nonostante un lieve calo rispetto all'anno precedente, continua comunque ad essere ancora positivo, se si considera che nel 2000  erano 43 i minori che stavano per entrare  in Italia per mezzo degli enti Cea, a fronte delle mille e più adozioni del 2011.

In totale, dal 2000 ad oggi, sono  stati adottati oltre 11mila minori, da oltre 60 paesi del mondo.
Nonostante tempi lunghi e costi non indifferenti da sostenere, sono dunque ancora tante le famiglie italiane che scelgono l'adozione di bambini provenienti soprattutto da paesi poveri.
Ancora oggi la maggior parte dei bimbi adottati (circa il 40%) proviene dai paesi dell'Europa dell'Est. Ma è in forte crescita anche l'Africa, segno di una evoluzione culturale delle coppie.

Importantissimo il numero e l'attività degli enti che si occupano di adozioni internazionali e che seguono le famiglie nel complesso iter dell'adozione. Ottenuta l'idoneità dal tribunale (processo che può richiedere anche due anni) la coppia deve infatti necessariamente rivolgersi ad una organizzazione che faccia da tramite con il paese in cui si intende adottare. 

Nonostante i dati positivi, nell'analisi non mancano gli aspetti preoccupanti: si sta infatti verificando un restringimento delle concessioni autorizzative, cresce cioè il numero dei paesi che,  per varie ragioni, non permettono l'adozione di bambini, o pongono limiti e restrizioni particolari. E si registra altresì una difficoltà ad aprire nuovi canali in Paesi in cui invece è forte la presenza di bambini in stato di abbandono.

Per migliorare lo stato di cose non mancano proposte ed auspici da parte del Cea: sarebbe infatti necessario avere un maggiore appoggio dalle autorità italiane e contemporaneamente potenziare il coordinamento tra enti sulle azioni all'estero, affinché si possa influire di più e meglio sulle procedure e sull'intero iter dell'adozione. 

Leggi il rapporto (pdf).

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