Anche a seguito della terribile carestia che in Somalia sta mettendo a rischio la vita di milioni di persone, si cercano strade nuove per evitare il rischio che simili tragedie possano ripetersi in futuro.
Si guarda soprattutto alla produzione agricola e si cercano modalità che le consentano di stare al passo con l’aumento della popolazione e i cambiamenti climatici
Produrre di più ma produrre meglio. Questo in sintesi l’obiettivo del nuovo approccio della Fao rispetto all’agricoltura nei Paesi in via di sviluppo esposto nella recente pubblicazione Save and Grow, curata dalla Divisione FAO Produzione vegetale e protezione delle piante.
Se è vero che la Rivoluzione Verde degli anni ‘60 ha portato ad un significativo aumento della produzione mondiale salvando dalla carestia un miliardo di persone, è pur vero che essa ha determinato anche uno sfruttamento indiscriminato dei terreni, inciso in maniera significativa sull’aumento dell’inquinamento e impoverito suoli. Ecco perché oggi, alla luce di una rinnovata consapevolezza ambientale, si impone un approccio di diverso tipo.
L’invito è rivolto in particolare ai governi dei Paesi in via di Sviluppo a insegnare ai contadini sistemi di coltivazione meno invasivi.
Punto di riferimento di questa nuova proposta è l’agricoltura di conservazione, una serie di pratiche agronomiche che permettono una gestione migliore del suolo, limitando gli effetti negativi sulla sua composizione. Una soluzione all’insegna del rispetto degli ecosistemi e della biodiversità dunque, che possa portare a modalità produttive più responsabili e che meglio si adattino alle circostanze attuali.
Per sconfiggere la fame e soddisfare la domanda di cibo per il 2050, si stima che la produzione debba crescere del 70 per cento nel mondo, e del 100 per cento nei paesi in via di sviluppo. Un aumento della produzione è necessario quindi, ma senza trascurarne l’impatto ambientale.
La Fao nel documento sottolinea la necessità di puntare sui piccoli contadini, vedendo nell’agricoltura biologica l’unica strada praticabile.
Si torna dunque alla tradizione roteando le colture, utilizzando i residui delle coltivazioni, e un’aratura meno profonda che abbia un impatto più dolce sul terreno. L’utilizzo dell’irrigazione di precisione dovrebbe poi consentire di produrre di più con meno risorse e senza rischiare di sprecarle.
Per fare tutto questo è però fondamentale avere maggiori investimenti nel settore agricolo dei Paesi in via di Sviluppo, sia da parte dei governi nazionali che di quelli internazionali.
Paradossalmente, il nuovo documento della Fao sull’agricoltura che deve far fronte alle sfide del nuovo millennio, ci riporta dunque alla tradizione, all’agricoltura su piccola scala e agli orti dietro casa, e invita a recuperare modalità e usi di un mondo agricolo che, oltre ad essere parte della storia di tutti noi, continua ad esserci di grande aiuto anche per il futuro.


