È di appena un mese fa l’ultima ricerca condotta da Caritas insieme a Redattore Sociale sul tasso di criminalità degli immigrati.
L’indagine ridimensiona in modo netto tutte quelle affermazioni che hanno portato a parlare di “emergenza criminalità degli stranieri” nel nostro paese. Non sono più criminali di noi, non delinquono più degli italiani, al contrario di quanto si è portati a pensare.
Dati alla mano si evince che il tasso di criminalità degli immigrati è solo leggermente più alto degli italiani (tra l’1,23% e l’1,40% contro lo 0,75), ma se si considera la fascia di età delle persone over 40 il dato è addirittura inferiore.
Tra il 2001 e il 2005 le denunce nei confronti di immigrati sono aumentate del 46% ma il numero degli stranieri nel nostro paese è cresciuto del 100%. Facile da ciò evincere che immigrazione e criminalità non sono fattori direttamente proporzionali.
Certamente nelle carceri italiane gli stranieri sono “sovra-rappresentati”: ma solo perché spesso i reati, soprattutto in seguito all’entrata in vigore delle norme degli ultimi anni, sono legati alla condizione stessa dell’immigrato (circa un quarto degli illeciti).
Inoltre non avendo una dimora fissa, spesso non possono usufruire delle misure alternative al carcere, ecco perché si registra una loro maggiore presenza negli istituti penitenziari.
I risultati di questa ricerca, che va decisamente controcorrente, sono stati presentati presso la sede della Federazione Nazionale stampa italiana, proprio a sottolineare l’impegno della categoria dei giornalisti a cambiare registro nei confronti di queste tematiche.
Spesso infatti gli stranieri sono solo capro espiatorio, specchio dell’insicurezza degli italiani, bersaglio facile e valvola di sfogo di insoddisfazioni e paure in una fase di cambiamenti sociali e crisi economica. Sentimenti che impediscono di considerarli come una risorsa per il paese. Colpa spesso è anche dei media, che trovano più semplice creare clamore e cavalcare facili luoghi comuni.
Il messaggio lanciato da questa ricerca è forte: anche i media devono fare la loro parte, possono infatti essere di grande aiuto a creare un atteggiamento più sereno e obiettivo, contribuire ad evitare situazioni di ostilità e intolleranza.
Cristina Mustari


