Nell’ultimo ventennio lo sviluppo economico non ha portato con sé un aumento della giustizia sociale. In particolare nel 2010, Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale, si è assistito ad un rallentamento degli aiuti verso i paesi in via di sviluppo. A sostenerlo è il Rapporto 2010 del Social Watch, una rete di oltre 400 organizzazioni non governative presente in più di 60 paesi, secondo la quale proseguendo di questo passo sarà difficile raggiungere gli Obiettivi del Millennio entro il 2015.
La misurazione dei diritti. Per rendersene conto basta considerare dei parametri diversi dal reddito procapite per misurare la distribuzione della ricchezza nel mondo. Prendendo in esame la percentuale di bambini che arriva alla quinta elementare, la sopravvivenza fino ai cinque anni di età e la percentuale di nascite assistite da personale qualificato si otterrà un nuovo indicatore: l’Indice delle Capacità di Base (Bci, Basic capabilities index), capace di dare informazioni importanti sull’andamento della possibilità di godere di diritti fondamentali.
Le cattive notizie. Il risultato è che se il reddito pro capite è cresciuto del 17% a livello mondiale nel periodo 1990-2000 e del 19% tra il 2000 e il 2009, il Bci ha mostrato una tendenza opposta, passando dal più 4% degli anni Novanta al più 3% del primo decennio del terzo millennio.
Le buone notizie. Negli ultimi 20 anni, i progressi a livello mondiale sono stati comunque significativi: i paesi con livelli intermedi e accettabili dell’indice sono aumentati dal 40% al 61%, mentre quelli con valori molto bassi e critici sono diminuiti dal 60 al 39%.
I dettagli. Tra i paesi che dal 1990 sono avanzati di più c’è il Brasile, che è riuscito a ridurre in modo considerevole la povertà. All’estremo opposto si trovano i paesi dell’Africa sub-sahariana, che si attestano ancora su livelli critici nonostante i progressi dell’ultimo decennio e la disponibilità di petrolio e ricchezze naturali di cui gode questa regione. Tra i paesi in via di sviluppo, il Guatemala e il Belize hanno fatto grandi passi in avanti. Nel gruppo dei paesi più poveri della terra, il Rwanda ha registrato buoni tassi di sviluppo umano, mentre il Sudan non è riuscito a invertire il suo trend negativo.
L’atteggiamento dei potenti. L’organizzazione ha evidenziato come i soldi del mondo ricco siano stati dirottati verso il mondo finanziario piuttosto che verso lo sviluppo. “Se i poveri fossero una banca, sarebbero stati salvati - ha dichiarato Jason Nardi, portavoce di Social Watch Italia -. È quanto viene da pensare quando si confronta la cifra necessaria a raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, stimata in circa 100 miliardi di dollari l’anno, con le migliaia di miliardi di dollari pubblici sborsati negli ultimi due anni per salvare le banche dal fallimento”.
Lo scenario che si sta delineando nel mondo richiede, secondo la rete di ong, “leadership e senso di responsabilità da parte dei paesi industrializzati, che dispongono delle risorse per aiutare le nazioni meno sviluppate a uscire dalla spirale della povertà”.
![Foto di Abhinay Omkar [Creative Commons]](https://test.aidworld.net/sites/default/files/21_febbraio_Abhinay_Omkar.jpg)

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