Uganda: una “banca fai da te” contro fame e povertà

Comprare polli, galline e mangime per sei mesi, 150 dollari. Acquistare semi di ortaggi e attrezzi per lavorare la terra, 500 dollari. Procurarsi utensili e un carretto per avviare un piccolo commercio di legna da ardere, 300 dollari. Come dimostrano centinaia di casi in tutto il mondo, in contesti di forte arretratezza economica l’avvio di microimprese è spesso l’unica strada percorribile per uscire dalla povertà. Non sempre però ottenere dalle banche il denaro necessario è un’impresa facile. Per questo un gruppo di donne ugandesi ha pensato di risolvere il problema ricorrendo a una “banca fai da te”.

Wakiso è una piccola cittadina che dista una ventina di chilometri da Kampala, capitale dell’Uganda. È qui che è nata la African women food farmer iniziative, una cooperativa di risparmio e credito gestita interamente da donne che tramite piccoli prestiti aiuta gli abitanti del luogo ad avviare microimprese agricole o artigianali. Il progetto coinvolge al momento 1.600 tra clienti e “azionisti” ed è sostenuto dal Hunger Project, un’organizzazione internazionale che si batte contro la fame e la povertà.

La nostra cooperativa funziona come tante altre ma è unica nel suo genere perché è nata e riesce a stare in piedi grazie allo sforzo di un gruppo di donne”, spiega Rose Nanyonga, manager della “banca”. “Il nostro scopo principale è quello di aiutare le madri, le ragazze e le altre di noi, mostrando loro che attraverso piccole attività imprenditoriali è possibile uscire dal circolo vizioso del bisogno e dell’indigenza, mettendo da parte dei soldi, reinvestendoli ed espandendo lentamente il proprio giro d’affari”.

Oltre a Nanyonga, a sedere nel consiglio d’amministrazione della cooperativa sono altre sette donne. La loro è una storia di un grande successo partito da piccoli numeri e rapidamente cresciuto per merito di un impegno costante e di una forza di volontà fuori dal comune.

Daisy Owomugasho, direttrice della sezione ugandese del Hunger Project ha sottolineato che i risultati raggiunti dal progetto sono stati talmente positivi che ora iniziative analoghe sono state avviate anche in altri Paesi africani. “Queste donne hanno dato vita a qualcosa di straordinario. La forza della loro idea sta nella responsabilizzazione delle persone che vengono coinvolte nell’iniziativa: non si prestano soldi per comprare cibo a altri generi di prima necessità, finiti i quali la situazione resta identica a prima, quello che si fa è aiutare le persone a stare in piedi con le proprie gambe, in modo che possano procurarsi da sole il loro sostentamento”.

di Jennifer Zocchi

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