Diritti ai minori, non minori diritti

Si chiamano Alex, Matteo, Frida, Ludovica, Wang o Ahmed. Entrando in un’aula di una qualunque scuola elementare è facile trovarli fianco a fianco intenti ad ascoltare la maestra che legge una storia, a fare un disegno con le matite colorate o a correre durante la ricreazione. Giocano a pallone al parco, entrano mano nella mano in un negozio o si incontrano durante una passeggiata in compagnia dei genitori. Vanno insieme al cinema, al ristorante o in spiaggia. Parlano tutti la stessa lingua, guardano gli stessi cartoni e ascoltano le stesse canzoni. Ma alcuni di loro sono nati in Italia, altri no. E questo a volte è sufficiente per farli considerare diversi. Oggi, in occasione della Giornata internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza, l’Unicef lancia la campagna “Io come Tu-Tutti uguali davanti alla vita, tutti uguali di fronte alle leggi”. 

Attualmente nel nostro Paese vive quasi un milione di minorenni di origine straniera. Tra questi più di 500mila sono nati in Italia, dove studiano, crescono, e dove, nella maggior parte dei casi, troveranno in futuro un lavoro e formeranno una famiglia. Partendo da questo dato di fatto l'Unicef (www.unicef.it) ha deciso di sfruttare la ricorrenza della Giornata internazionale per richiamare l’attenzione delle istituzioni, del mondo della politica e dei singoli sul diritto che tutti i minorenni hanno a non subire alcuna forma di discriminazione e ad essere considerati uguali davanti alla legge. 

L’impegno per la cittadinanza italiana ai bimbi stranieri non deve cadere. Questi bambini sono figli della nostra terra anche se ci portano un’origine e una storia differenti. Ci arricchiscono e con loro costruiremo un grande futuro”. Con queste parole il ministro della Cooperazione Andrea Riccardi ha rilanciato nei giorni scorsi l’impegno del governo italiano per il riconoscimento del cosiddetto ius soli, ovvero la possibilità di acquisire la cittadinanza del nostro Paese per chi è nato sul suo territorio, a prescindere dalle origini e dalla condizione dei genitori. Un diritto che altri Stati riconoscono ma che in Italia non è ancora previsto. 

In occasione della Giornata dell’infanzia l’Unicef ha rivolto un appello a tutti i Comuni italiani per il riconoscimento di una cittadinanza onoraria ai bambini nati sul suolo nazionale. Al momento solo una piccola parte delle amministrazioni comunali ha istituzionalizzato la procedura di concessione, che pur essendo simbolica porta indubbiamente con sé un forte valore di indirizzo. La speranza è che nel prossimo futuro molti altri seguano il loro esempio. 

Per l’organizzazione delle Nazioni unite che si batte per i diritti dell’infanzia, comunque, si tratta di un buon risultato, che tuttavia è solo un punto di partenza per ulteriori conquiste. “Ho incontrato in questi mesi diversi parlamentari, che hanno proposto modifiche all’attuale legge”, ha spiegato ai microfoni dei giornalisti Giacomo Guerrera, presidente dell'Unicef Italia. “Purtroppo in questo ultimo scorcio di legislatura non si farà molto, ma noi siamo agguerriti”. 

di Jennifer Zocchi

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