Il 2011 è l’anno internazionale delle foreste. La Fao indica le mosse da mettere in atto

Favorire la partecipazione delle popolazioni indigene e delle comunità locali alla governance forestale, usare i boschi per ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici, incrementare l’utilizzo del legno riciclato. Sono le azioni che secondo la Fao bisogna compiere per il bene del pianeta e dei suoi abitanti. Le indicazioni sono contenute ne Lo stato delle risorse forestali mondiali (SOFO 2011), presentato lo scorso 3 febbraio a New York durante la cerimonia di apertura dell’Anno internazionale delle foreste, proclamato dall’Onu per il 2011.

L’anno internazionale delle foreste prevede una serie di incontri e iniziative in tutto il mondo per mettere a punto una strategia che favorisca lo sviluppo sostenibile. L’obiettivo è quello di evitare che ogni giorno circa 350 km quadrati di foresta continuino ad essere distrutti per la creazione di terreni agricoli, per l’approvvigionamento indiscriminato del legname, per una gestione errata della terra o per la creazione di nuovi insediamenti umani. Il ricco calendario di eventi si propone di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sul contributo che il rimboschimento può offrire alla lotta alla povertà e al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio.

Le proposte della Fao:
Sostenere le comunità locali. Esistono milioni di persone che dipendono dalle foreste per la propria sopravvivenza e che, a loro volta, garantiscono la conservazione degli alberi e dell’ecosistema. Ciononostante non hanno alcun diritto a trarre beneficio dalle risorse della terra. È per questo motivo che nel corso del 2011 “sarà importante riuscire a mettere in evidenza il rapporto che esiste tra le persone e le foreste ed i benefici che possono derivare quando le foreste sono gestite dalle popolazioni locali in modo sostenibile ed innovativo” ha dichiarato il vice direttore generale del dipartimento foreste della Fao, Eduardo Rojas. Il rapporto precisa che “senza questa dovuta attenzione alle questioni ed istanze a livello locale, vi è il rischio di corrodere modi tradizionali di vita e minacciare alcune delle foreste tra le più varie dal punto di vista biologico e tra le più importanti dal punto di vista ambientale”.
Il ruolo dei boschi nei cambiamenti climatici. L’adozione di adeguate misure forestali può ridurre l’impatto del cambiamento climatico sull’ecosistema. Un esempio su tutti: dal 1980 ad oggi si è proceduto all’eliminazione di un quinto delle mangrovie. Se si arginasse il loro abbattimento, le coste risulterebbero più protette dalle tempeste sempre più intense e dagli tsunami che colpiscono con frequenza via via maggiore.  In più, piantare alberi per proteggere l’ambientale e produrre reddito potrebbe anche ridurre la siccità di cui soffrono le popolazioni povere che vivono in paesi aridi. A questo proposito la Fao riporta il caso dello sviluppo e della conservazione delle mangrovie in Bangladesh, della prevenzione degli incendi boschivi a Samoa e dei programmi di rimboschimento ad Haiti.
Promuovere un’economia più verde. Il legno è un materiale naturale, proviene da risorse rinnovabili che immagazzinano carbonio e può essere riciclato. Perciò bando ai sensi di colpa e via libera al riutilizzo di materiali di scarto. Il riciclo, insieme con l’aumento dell’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni, ci consente infatti di promuovere la sostenibilità ambientale. Lo scorso anno il 37% della produzione forestale è derivata da carta riciclata, scarti di legno e fibre non legnose. E, secondo la Fao, si può fare di più: non è sbagliato pensare di raggiungere il 45% entro il 2030, soprattutto in Cina e in India.
Infine, si può incentivare l’adozione di tecnologie migliori e lo scambio di quote di emissione nella produzione di carta e di pasta di cellulosa per ridurre le emissioni di carbonio nel comparto.

Immagine 720x540: