Oggi è la giornata mondiale dell’acqua. Impariamo nuove abitudini: riduciamo gli sprechi

L’acqua è un bene prezioso da salvaguardare. Il mondo lo ricorda oggi, nella giornata mondiale dell’acqua, ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992. Quest’anno l’attenzione è concentrata sulle sfide poste dalla crescita urbana che interessa molte aree del pianeta, uno sviluppo che le amministrazioni locali non sempre hanno saputo gestire adeguatamente.

La causa è da ricercarsi nelle disparità esistenti nell’approvvigionamento idrico: 1,6 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile e 2,6 miliardi vivono senza servizi igienico-sanitari. Il risultato è la perdita di 3,4 milioni di vite umane ogni anno. Per porre fine a questa tragedia la Commissione Europea ha stanziato un contributo di 40 milioni di euro da destinare ad Africa, Caraibi e Pacifico.

L’altro lato della medaglia: lo spreco. Per contro, il 12% della popolazione mondiale usa e spreca l’85% del bene più prezioso del pianeta. Lo ricorda Solidarietà e Cooperazione Cipsi, coordinamento nazionale di 48 organizzazioni non governative di sviluppo e associazioni di solidarietà e cooperazione internazionale. Nel Dossier acqua 2011 l’organizzazione sottolinea come entro il 2025 sia destinato a salire a 3,5 milioni il numero di persone che non avranno accesso alla risorsa più preziosa del millennio. “Il che vuol dire una disponibilità pro capite annua inferiore a mille metri cubi. Sotto questa soglia lo sviluppo e la salute di un paese sono fortemente ostacolati - spiega l’analisi -. Al di sotto di 500 metri cubi pro capite la sopravvivenza della popolazione è gravemente compromessa”.

Le cause. Secondo il dossier le ragioni di questo fenomeno vanno ricercate nello sfruttamento dell’uomo: la devastazione ecologica; l’inquinamento (nei paesi in via di sviluppo il 90% dell’acqua di scarico viene riversata direttamente nei fiumi, provocando ogni anno 250 milioni di malati); la diminuzione delle precipitazioni (nel 2009 circa il 20% in meno rispetto alle medie degli anni precedenti, conseguenza del climate change); la deforestazione e conseguente desertificazione; le privatizzazioni; gli sprechi (domestici e non).

Obiettivi del Millennio. Nel 2002 il Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile di Johannesburg fissava gli otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Alla settima posizione figurava il dimezzamento della percentuale di popolazione senza accesso all’acqua potabile e agli impianti igienici di base entro il 2015. “Restano ancora 5 anni per raggiungere la meta, sempre che non  stiamo camminando all’indietro, come i gamberi” commentano i relatori dello studio. Dieci anni prima di Johannesburg infatti si era tenuto a Rio de Janeiro il Primo Summit della Terra. Il periodo 1981-90 era stato dichiarato Decennio Internazionale dell’Acqua Potabile e del Risanamento, con l’obiettivo di portarla a tutta la popolazione mondiale entro il 2000. “Siamo ancora ben lontani dall’obiettivo. Alla conferenza di Rio venne scelto il 22 marzo per istituire la Giornata Mondiale dell’Acqua. Diciassette anni dopo, il World Water Forum di Istanbul continua a ignorare la nozione di diritto universale e inalienabile di accesso all’acqua. Da bene comune a bene economico. Merce” concludono.

L’occidente comincia a prosciugarsi. L’acqua per uso domestico inizia a scarseggiare anche negli Stati Uniti, dove la crescita economica ha devastato il rinnovo naturale delle risorse dei bacini idrologici e ne ha deteriorato la qualità. Gran parte dell’acqua dolce disponibile in Nord America viene utilizzata per la coltivazione di cereali destinati all’alimentazione animale: il risultato è che le falde acquifere del Midwest e delle Grandi Pianure si stanno rapidamente esaurendo. Alcune città e quartieri residenziali hanno subito razionamenti di acqua, con forti limitazioni all’uso domestico e industriale.
In Europa il 16% della popolazione non ha accesso all’acqua potabile, mentre l’11% dei suoi abitanti e il 17% dei suoi territori ne sperimentano la scarsità. “Negli ultimi trent’anni la siccità è costata agli stati europei 100 miliardi di euro - prosegue il dossier -. Nel vecchio continente il 44% dell’acqua estratta viene utilizzato per la produzione di energia, il 24% per l’agricoltura, il 21% per l’approvvigionamento idrico pubblico e l’11% per l’industria”. La domanda d’acqua nell’area Mediterranea è raddoppiata negli ultimi 50 anni e i consumi aumenteranno del 25% entro il 2025. Soprattutto nei paesi delle coste Est e Sud del Mediterraneo, in particolare Egitto, Turchia e Siria, dove i fenomeni di siccità “sono peggiorati dall’uso dell’irrigazione in agricoltura, sostenuto dalle politiche comunitarie che hanno spinto all’abbandono di colture meno bisognose di acqua (per esempio l’ulivo e gli agrumi) per agevolare coltivazioni irrigue come il mais e la barbabietola da zucchero”.
In Italia quotidianamente si perdono dalle condutture 104 litri d’acqua per abitante, pari al 27% di quella prelevata. Ogni italiano consuma in media “237 litri di acqua al giorno: 39% per bagno e doccia, 20% per sanitari, 12% per bucato, 10% per stoviglie, 6% per cucina, 6% per giardino e lavaggi auto, 1% per bere e 6% per altri usi”. Eppure, un terzo dei cittadini non ha un accesso regolare alle risorse idricge: 8 milioni non hanno l’acqua potabile e 18 milioni la bevono non depurata. E mentre circa il 15% della popolazione totale ogni estate è sotto la soglia minima del fabbisogno idrico e il 36% del territorio siciliano è desertificato, 95 milioni di litri di acqua vengono usati ogni anno per l’innevamento artificiale.

Cosa fare. Secondo Solidarietà e Cooperazione Cipsi, è necessario istituire in Europa un’autorità riconosciuta, che possa realmente governare la politica dell’acqua a livello di bacino idrografico, ripartendo in modo sostenibile la risorsa per ogni uso. L’organizzazione inoltre si batte affinché l’acqua venga riconosciuta come diritto inalienabile dell’uomo. “L’acqua sta diventando una grande ricchezza da sfruttare sul piano economico e finanziario. Da elemento vitale per la sopravvivenza, si sta trasformando in merce e business di grande interesse sul mercato internazionale” ha dichiarato il presidente Guido Barbera. E aggiunge che “da oltre dieci anni il Cipsi ha avviato una campagna perché questa risorsa venga riconosciuta come bene comune dell’umanità e diritto inalienabile, definizione che per il momento non rientra neanche nella Dichiarazione Universale dei diritti umani”. Presto si svolgerà un importante referendum sull’acqua e Barbera invita tutti i cittadini a far sentire la propria voce: “da anni ci battiamo per una gestione dell'acqua che sia pubblica, partecipata e democratica. Questo è il nostro contributo per portare a votare 25 milioni di cittadini ai referendum, e vincerlo con una maggioranza di sì all’abrogazione delle norme legislative che favoriscono la privatizzazione dell’acqua”.

Dieci consigli per risparmiare acqua.
1. Usare il frangigetto
, miscela aria ed acqua, si applica a rubinetti e doccia, costa poco e fa risparmiare migliaia di litri d’acqua e soldi sulla bolletta.
2. Manutenzione: un rubinetto che sgocciola spreca anche 100 litri al giorno.
3. Doppio sciacquone: ogni scarico in bagno consuma 10 litri. Lo scarico a getto differenziato fa risparmiare da 20.000 a 26.000 litri l’anno.
4. Doccia: il bagno nella vasca è piacevole ma consuma 150 litri, il triplo della doccia.
5. Chiudere il rubinetto: quando ci laviamo i denti o ci facciamo la barba.
6. Lavare i piatti: raccogliendo l’acqua nel lavello invece di usare l’acqua corrente.
7. Elettrodomestici: usate lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico.
8. Il giardino: innaffiare il giardino alla sera e usare i sistemi di irrigazione a micropioggia programmabili.
9. Lavaggio auto: per lavare la macchina si impiegano circa 30 minuti. Meglio usare un secchio piuttosto che lasciare il tubo con l’acqua aperta con uno spreco di 130 litri ogni lavaggio.
10. Acqua calda: quanta acqua scorre a vuoto mentre aspettiamo che raggiunga la temperatura desiderata? Basterebbe isola re bene le condutture per ridurre i tempi di attesa.

Jennifer Zocchi

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