Roma e la lotta all'AIDS: la conferenza chiude con spiragli positivi

Roma capitale della lotta all'AIDS. Si è chiusa il 21 luglio la Conferenza Mondiale sull'Aids aperta lo scorso 17 luglio e realizzata dall''International AIDS Society (IAS) in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità Italiano.

La conferenza è il più grande meeting scientifico internazionale in tema di trattamento e prevenzione dell'infezione da virus dell'immunodeficienza umana o HIV. L'incontro, organizzato ogni due anni, coinvolge migliaia di delegati (più di 5.000 tra medici, ricercatori, esperti e leader politici) provenienti da ogni parte del mondo.

L'appuntamento del 2011 ha rappresentato, stando alle parole del Presidente di IAS Elly Katabira, una svolta nella risposta globale all'AIDS, una tappa fondamentale per fare il punto sugli ultimi avanzamenti della ricerca sulla patologia che, nonostante il calo di interesse dei media, rappresenta ancora una piaga aperta. Secondo i dati di UNAIDS, infatti, il virus dell'HIV colpisce a livello globale più di 34 milioni di persone, soprattutto nei paesi meno sviluppati. Anche l'Occidente non è estraneo al problema: solo in Italia si contano ad oggi circa 160.000 casi, per una media sorprendente di un'infezione nuova ogni 3 ore.

E proprio il nostro paese, in quanto ospitante, è stato interpellato in prima persona dallo IAS affinchè realizzi un impegno economico consistente nella lotta all'AIDS.

L'ultima giornata della conferenza romana, in particolare, ha messo al centro la ricerca di una strategia per gestire l’inaccetabile tasso di mortalità tra donne incinte e bambini nell’Africa sub-sahariana e nel Sud-est asiatico. Nonostante i progressi compiuti quasi in tutto il mondo nella riduzione della mortalità materno-infantile, infatti, in molti Paesi questo miglioramento è ancora lontano dagli standard richiesti dagli Obiettivi del Millennio entro il 2015.

Ciononostante, gli esperti del settore aprono a prospettive felici: "Quindici anni fa nemmeno gli scienziati più ottimisti si pronunciavano in merito alle prospettive di una cura o un vaccino per l'Hiv/Aids" - ha dichiarato ancora il Presidente Katabira durante i lavori della conferenza - "Oggi invece si può tornare a sperare che la remissione del virus possa essere un obiettivo realistico"

L’ultimo anno di lavoro dell'equipe dello IAS, interamente dedicato alla ricerca di una cura definitiva, ha portato alla convocazione di una nuova squadra di esperti con l'ambizioso obiettivo di stabilire una strategia scientifica globale per la cura dell’infezione da Hiv.

Giorgia Li Vigni

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