Quando la solidarietà ce la insegnano i più piccoli

La sua storia ha fatto il giro del mondo e Andrew è diventato in pochissimo tempo un piccolo eroe. Ha soli 11 anni ma già una grande determinazione e soprattutto una grande umanità e un gran cuore.
Andrew Andasi vive in Ghana, in quell’Africa che in questo periodo sta vivendo la tragedia della peggiore carestia degli ultimi decenni. Guarda la tv, legge Andrew, e viene a sapere della difficile situazione  in Somalia, delle fughe dalla fame, dei morti, della disperazione.

È solo un bambino Andrew, solo un giovanissimo studente di 11 anni, ma decide ugualmente di fare tutto ciò che è in suo potere per intervenire rispetto a quel dramma umano che lo ha tanto colpito.
Prepara dei volantini e degli adesivi e inizia la sua piccola raccolta fondi. In meno di una settimana riesce a raccogliere più di 500 dollari. Ma non si ferma qui. Dopo aver raggiunto quel primo importante risultato, si pone un obiettivo molto più ambizioso: raccogliere 13 milioni di dollari (20 milioni di cedi ganesi) durante le vacanze estive.
Per informarsi su come realizzare la sua missione contatta il direttore locale del World Food Programme (WFP) dell'ONU in Ghana. Su suo consiglio e con il suo aiuto riesce ad aprire un conto corrente in banca per le donazioni.

La sua iniziativa, ribattezzata Save Somali Children from Hunger, non poteva passare sotto silenzio e, intervistato dalla BBC, il piccolo Andrew invita a seguire il suo esempio con lucidità disarmante: “Dovrebbero partecipare tutti: persone, Chiese e altre organizzazioni” – dice. Insegnandoci così che nulla è superfluo, tutto è importante. Ciascuno doni secondo le sue forze e le sue possibilità dunque, poiché il mare è fatto di tante piccole gocce!

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