Penyin ha braccia forti e un bel sorriso. Il volto sereno di chi vede dritta davanti a se la propria strada, senza velature né incertezze.
Oggi ha 23 anni. Originario di Sekondi, località sulla costa ghanese, non ha potuto frequentare la scuola da bambino per la povertà della sua famiglia. Quando era poco più che un bimbo faceva il pescatore ma, sebbene lavorasse tanto, la miseria era davvero dura da sconfiggere.
Seguendo i consigli dei ragazzi del suo paese, si trasferisce ad Accra, sperando di riuscire a trovare un lavoro migliore e meglio remunerato. Ma la realtà che trova nella capitale è totalmente diversa da quello che si aspettava. Inizia una vita frustrante e dura tra le strade della città: viene derubato, maltrattato e molestato da adulti.
Ha solo 13 anni quando comincia la sua vita di strada e si rende conto molto presto di dover fare il possibile per trovare un lavoro e mantenersi nella maniera più dignitosa possibile. Comincia con il mestiere di “pulitore di strade”, guadagnando circa 32 centesimi al giorno. Ma oltre a questo si adatta a fare qualunque tipo di attività, lecita o illecita, per sopravvivere.
Raccontando la sua storia ripercorre nel ricordo i momenti più tristi di quel periodo della sua vita. Con rammarico e vergognandosi anche un po' nonostante sia passato davvero tanto tempo, confessa di avere anche derubato altri ragazzi come lui, più piccoli: nelle strade di Accra vige la “legge delle giungla”, e si fa qualsiasi cosa per non soccombere.
Dopo quasi un anno di vita per le strade della città, nel luglio del 1998, incontra un operatore del Catholic Action for Street children (Cas), centro sostenuto da Aidworld che si occupa dell'accoglienza, educazione e recupero dei ragazzi che vivono in strada. Viene introdotto in un primo percorso formativo e si dimostra abilissimo nella lavorazione della ceramica e nella fabbricazione delle candele.
Quindi viene inviato ad Hopeland, tappa di prova e di passaggio prima dell'inserimento nei percorsi formativi di durata triennale, e nel 2004 completa il suo triennio come meccanico.
Dopo questo periodo di istruzione il Cas gli ha chiesto aiuto nella formazione professionale degli altri ragazzi. Oggi è un assistente supervisore dell'unità che fa candele. E' sposato, ha dei figli, ed è grato al Centro che gli ha permesso di abbandonare la vita di strada.


