Zambia: moda e riciclo contro la povertà

Fare moda con il riciclo e fare del riciclo una moda. Non è un gioco di parole ma una fortunata iniziativa avviata dal Chikumbuso women & orphans project nella città di Lusaka, capitale dello Zambia, uno dei più poveri Paesi del continente africano.

Partendo da materiale plastico di scarto e sfruttando la sapiente maestria nel maneggiare l’uncinetto accumulata in anni e anni di rammendi e lavori a maglia da un gruppetto di donne della città rimaste vedove, un’insegnante statunitense, Linda Wilkinson, è riuscita a dar vita a una piccola ma già consolidata industria per la produzione di borse, trascinando fuori dalla povertà decine di ragazze e madri che fino a poco tempo prima non avevano soldi a sufficienza per mangiare, vestirsi e accudire i propri figli.

Sacche, sporte, tracolle e borsette di centinaia di colori, forme e stili diversi rappresentano il punto di arrivo di un percorso iniziato nel 2005, quando, a seguito di un viaggio nello Zambia, la Wilkinson iniziò a riflettere sulla possibilità di aiutare le donne rimaste senza marito e prive di un lavoro fornendo loro un’occupazione che le mettesse in grado di provvedere al proprio sostentamento.

Dopo una prima fase di rodaggio il Chikumbuso project ha conosciuto un rapidissimo sviluppo e oggi impegna stabilmente ben 73 lavoratrici a tempo pieno. La produzione artigianale, inizialmente vincolata al contesto locale, è riuscita nel giro di poco tempo a conquistare una piccola fetta di mercato internazionale, garantendo guadagni crescenti alle donne coinvolte.

Ogni artigiana riceve infatti il 50 per cento del ricavato dalla vendita di ogni borsa, mentre un altro 15 per cento viene versato in un fondo che si occupa di sostenere progetti dedicati alla comunità.

Ora, grazie al supporto dell’Africa green found, che sostiene lo sviluppo degli Stati africani dal punto di vista sociale, economico e ambientale, l’iniziativa potrebbe espandersi anche al di fuori dello Zambia. L’intento è quello di creare una rete di piccole imprese artigianali che possa espandersi e consolidarsi in tutto il continente, partendo dal “modello Chikumbuso” ma attagliandolo di volta in volta alle esigenze dei diversi contesti locali.

di Jennifer Zocchi

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